La storia della squadra di canto “I Giovani Canterini di Sant’Olcese” ha inizio nel 1993 quando un gruppo di giovani santolcesini desiderosi di continuare la tradizione di canto dei loro nonni decide di riunirsi presso un’osteria nella frazione di Sant’Olcese Chiesa.
Dopo un primo periodo di rodaggio, durante il quale vengono provati i primi trallaleri e le prime canzoni, nel 1994 avviene l’esordio ufficiale.
L’occasione scelta per la prima esibizione pubblica della squadra non è un appuntamento a caso, bensì un convegno di canto popolare ligure tenutosi al teatro Carlo Felice di Genova nell’inverno del 1994 che vede la partecipazione di tutte le squadre di canto presenti sul territorio ligure: i Giovani Canterini di Sant’Olcese, tenendo fede al loro nome, schierano tra le fila un ragazzo appena quattordicenne, ovvero il canterino più giovane in attività di tutta la regione e chiudono la serata con una applauditissima “Bacicin vattene a ca”.
Molte fra le squadre di canto genovese eseguono durante i loro concerti il cosiddetto “Inno da squaddra”, ovvero una canzone scritta solitamente dal maestro o da un componente stesso e che rappresenta in qualche modo l’anima della squadra.
Seguendo questa tradizione e ispirato da alcuni anziani del paese che a loro volta furono canterini il contralto e direttore artistico Paolo Besagno scrive “O Trallalero, canson de na vitta”, canzone con la quale i Giovani Canterini di Sant’Olcese partecipano e vincono nel 1996 la VII edizione del “Premio Città di Recanati“, festival italiano della musica d’autore.
La premiazione avviene a Recanati durante una manifestazione in tre serate che vede la squadra genovese esibirsi sullo stesso palco di Ligabue, Claudio Baglioni, Carmen Consoli, Daniele Silvestri e numerosi altri artisti del panorama musicale italiano ed internazionale.
Sull’onda di questo successo i Giovani Canterini di Sant’Olcese vengono scelti per rappresentare la Repubblica Marinara di Genova durante la manifestazione itinerante Folkest ’96: l’esibizione avviene sulla piazza principale di Capodistria in Slovenia insieme alla band dei Pitura Freska, rappresentanti di Venezia.
Il 1996 si chiude con una ulteriore soddisfazione: la Regione assegna alla squadra il prestigioso Premio Liguria per la categoria Musica.
L’esperienza acquisita durante i concerti e la voglia di promuovere ulteriormente l’arte del canto polivocale porta la squadra ad organizzare nel 1997 insieme al Comune di Sant’Olcese la prima edizione del “Villa Serra Folk”, una vera e propria convention interregionale di canti etnici e folcloristici.
La manifestazione riscuote un consenso di pubblico talmente ampio che l’organizzazione decide di bissare l’esperienza anche l’anno seguente.
Nel 1998 si ripete il concerto di squadre svoltosi nel 1994, questa volta al Teatro Modena di Sampierdarena con il nome di Gran Convegno: qualche capello di alcuni componenti incomincia ad imbiancare, ma sempre “giovane” resta l’entusiasmo che tutti i canterini dimostrano nei confronti di questo canto.
Nel 2000 il teatro Carlo Felice di Genova apre di nuovo i battenti al trallalero ligure e alle sue squadre di canto e i Giovani Canterini di Sant’Olcese propongono in questa occasione una versione riadattata della celeberrima “Creuza de ma” proprio per onorare il ricordo di Fabrizio De Andrè recentemente scomparso.
Così come accaduto nel convegno del ’93, anche in questa occasione la squadra riesce a schierare un canterino quattordicenne.
Durante quest’anno, però, un grave lutto colpisce i Giovani Canterini di Sant’Olcese: un infarto spegne prematuramente la vita del presidente e canterino Franco Nocentini.
Ciononostante, proprio al ricordo di come Franco spronasse tutti ad andare avanti in ogni avversità, la squadra onora tutti gli impegni precedentemente fissati, compresa la lontana trasferta a Cesena.
Negli anni successivi la squadra ha cantato in largo e in lungo per tutta la Liguria aderendo nel contempo a varie iniziative volte a promuovere il trallalero anche tra i meno giovani: tra queste nel 2001 l’iniziativa proposta dall’assessore provinciale Schiaffino che organizza una serie di concerti nelle scuole superiori genovesi.
Il trallalero di Sant’Olcese viene in quest’anno esportato anche nella lontana Spagna in occasione del gemellaggio del Comune con la città catalana di Martorelles al quale i canterini prendono parte.
Gli anni successivi vedono i canterini impegnati sul duplice fronte dell’intrattenimento e della diffusione del canto ligure.
Si alternano concerti tradizionali, tra i quali quelli del 2002 ai teatri Modena e Della Tosse o la trasferta a Minusio in Svizzera (dove il trallalero viene apprezzato al di là di ogni rosea aspettativa) a incontri di divulgazione come la partecipazione alla trasmissione “La domenica del villaggio” di Mengacci o il concerto all’Università degli Studi di Genova.
I Giovani Canterini di Sant’Olcese hanno anche partecipato a serate di incontro fra differenti culture musicali, come ad Imperia nell’ambito di un incontro tra varie realtà coristiche italiane.
Nel mesi di Novembre del 2003 vengono festeggiati i primi dieci anni di attività con un concerto seguito da una festa alla quale prendono parte, oltre a numerosi componenti di altre squadre di canto, anche molti ex canterini che proprio dieci anni prima avevano contribuito alla formazione della squadra.
Da allora ad oggi I Giovani Canterini di Sant’Olcese hanno continuato l’attività con passione e dedizione, sono stati eseguiti nel complesso più di 500 concerti, alcuni in occasione di eventi speciali, ma la maggior parte in manifestazioni locali e non di rado in occasione di attività benefiche.
In più di 20 anni di attività, com’è logico che accada, vi sono stati avvicendamenti all’interno del gruppo: alcuni hanno abbandonato, altri nuovi canterini sono arrivati.
Ma l’obiettivo della squadra non cambia: continuare a diffondere la voce di Genova, specialmente in questi ultimi anni in cui purtroppo alcune delle più blasonate squadre di canto liguri hanno cessato la loro attività.
La speranza è quella che altri giovani possano apprezzare questo stile di canto che fa parte della cultura genovese e vogliano, così come accadde in quell’osteria nel 1993, riunirsi in cerchio e cantare il trallalero.